Musica per ristoranti: il genere musicale
Siamo giunti al quarto appuntamento con la musica per ristoranti. Dopo aver analizzato il ritmo che influenza il tempo di permanenza, il volume ottimale di ascolto che influenza la percezione del brand ed il Pad Model sui comportamenti d’acquisto, è il momento di soffermarci più a fondo su che cosa fa aumentare lo scontrino medio che ogni cliente spende.
Stephanie Wilson, Università del South Wales, studia “Gli effetti della musica, sull’atmosfera percepita e sui comportamenti d’acquisto in un ristorante” (link con il quale potete leggere la traduzione di Stefania Paulmbo) e pone l’attenzione sugli effetti che la musica ha sul comportamento d’acquisto dei clienti in un ristorante.
Il silenzio uccide i clienti
Musica jazz, pop, easy listening e classica sono i generi proposti nell’arco di due settimane. I risultati ci dimostrano come generi musicali differenti hanno effetti diversi sulla quantità di denaro spesa dai clienti.
Una condizione di assenza di musica come variabile di controllo ha evidenziato un aspetto ancor più importante:
il silenzio è ancor più dannoso di una musica errata.
Provate a pensare all’ultima volta che siete entrati in un ristorante, di medio-alta categoria, privo di sottofondo musicale. Non ve lo ricordate vero? A meno che quel giorno non ci sia stato un guasto all’impianto tecnico, è praticamente impossibile incontrare in questa tipologia di ristoranti, un silenzio assordante che mette anche un po’ a disagio. Lo sanno bene nei paesi anglosassoni, che già negli anni 50, con la Muzak, sonorizzavano perfino gli ascensori.
Migliorare il business e incrementare le vendite attraverso l’uso della musica
Questa serie di articoli e traduzioni, intitolata musica per ristoranti, ha l’obiettivo di informare i professionisti commerciali che gestiscono le attività ristorative e ricettive sulle ricerche e sugli sviluppi in campo accademico. Quelle che alcuni anni fa erano solamente intuizioni son diventate certezze, dimostrate dai ricercatori e confermate da professionisti, che come me, da molti anni hanno prove empiriche costanti e non soltanto dati e valori ottenuti da “campioni e studi”.
Il luogo comune ripetuto spesso da molti gestori che :
“La musica non è importante, abbiamo altre preoccupazioni a cui pensare e altri progetti sui quali spendere soldi”,
sta pian piano scomparendo dalle considerazioni dei management.
Nel caso di un’enoteca “la musica ha spinto i consumatori ad acquistare vino francese o tedesco a seconda che fosse diffusa musica relativa alla nazionalità.
Tradotto significa:
se vuoi aumentare il fatturato non puoi non considerare la musica.
La musica influenza la quantità di denaro che i clienti sono disposti a spendere
I clienti sono spinti a spendere più soldi e a trascorrere più tempo in un ristorante quando la musica in un ambiente suscita in loro piacere…
purché sia scelta in modo consapevole, rispecchi dei criteri di coerenza e sia appropriata al contesto.
Nel caso della ricerca presa in considerazione, la musica Jazz è stata associata a un ristorante tranquillo e nello stesso tempo stimolante, caratterizzando la condizione di spesa massima; al contrario dell’easy listening, genere che è stato associato ad un contesto kitsch e di massa, generando la più bassa quantità di denaro che i clienti erano disposti a spendere.
La musica classica e la musica pop hanno generato risultati intermedi come volume di vendita e fatturato.
Solamente l’assenza di musica ha prodotto risultati più scarsi in termini di fatturato
L’assenza di musica è la condizione che ha creato il peggior risultato, sia sull’atmosfera trasmessa, e quindi sulla percezione di stimoli positivi, che sulla quantità di soldi che i clienti erano disposti a spendere.
La musica classica non è stata considerata appropriata e coerente con l’ambiente circostante da un grande fetta di clienti, che oltre che spendere meno rispetto alla condizione con musica jazz, hanno preferito lasciare il ristorante in orario anticipato alla chiusura. Pochi clienti si trattenevano nel ristorante dopo le 23 e un numero maggiore di persone abbandonavano il ristorante in prima serata.
La mancanza di coerenza tra la musica classica e i connotati del ristorante ha portato i clienti a diminuire il loro tempo di permanenza, anticipare il congedo e di conseguenza spendere meno in cibo e bevande alcoliche.
Il grado di adeguatezza tra la musica e il ristorante ha un effetto su numerosi fattori che sono direttamente collegati con l’incrementare del business e delle vendite: lo stile di musica trasmesso implica una relazione significativa con le risposte dei clienti in merito alla qualità del servizio e delle valutazioni nei riguardi dell’atmosfera.
Obiettivi e strategie
In generale, la musica per ristoranti, quando segue un obiettivo strategico ed una strategia sonora su misura, può essere usata dai management della ristorazione per creare un’atmosfera specifica che contraddistingue l’ambiente e lo differenzia dai competitors.
In definitiva, non è così importante il genere musicale di riferimento, ma la coerenza fra il genere e ciò che l’ambiente trasmette. Più questa coerenza viene rispettata e più la spesa media aumenta.
Al contrario, una scelta lasciata al caso o alle mani inesperte di non professionisti si traduce in un danno immediato e spesso anche permanente, diminuendo la spesa media dei clienti e non favorendo il loro ritorno.
Il motivo è che le persone recepiscono, in modo latente o manifesto, questo valore di coerenza, e lo vivono come una sorta di rassicurazione. Maggiore è questo valore, maggiore è lo stato di benessere e maggiore è il tempo di permanenza…ne consegue un dolce non previsto, oppure una bottiglia in più per continuare una piacevole conversazione.
In definitiva:
è stato dimostrato che la coerenza fra la musica e l’ambiente circostante aumenta la spesa media.