Musica per ristoranti: l’importanza del volume di ascolto

Musica per ristoranti: il volume di ascolto

Che cosa è veramente importante riguardo la diffusione di musica per ristoranti ? Il ritmo, lo stile, il genere? La presenza nella playlist di musica conosciuta o sconosciuta? Che cosa determina la buona riuscita di un ascolto perfetto?
La tendenza, da molti anni all’estero e da alcuni anni in Italia, verso la sonorizzazione degli ambienti è ormai irreversibile.
Se pensiamo che in Usa, la diffusione di musica risale agli anni 50 e comprendeva perfino gli ascensori (Muzak), in Italia questo fenomeno è di recente collocazione temporale.
Non è che prima non ci fosse la musica, ma sicuramente non le veniva attribuita la giusta attenzione.

Le ricerche universitarie sono spesso motivo di cambiamento

Se lo dicono i professori universitari allora deve essere vero. L’università di Montreal ha condotto uno studio che dice che diffondere musica sconosciuta non distrae e quindi è migliore di quella conosciuta durante un processo d’acquisto. Poi arriva uno studio dell’Università di Londra che afferma il contrario.

Chi ha ragione? E per quale motivo i risultati sono così contrastanti?

In primo luogo bisogna farsi alcune domande e indagare più a fondo. Chi conduce la ricerca? Per quale motivo è stata fatta? Ci sono enti privati o aziende che la finanziano?
Un fatto è certo: dal momento che le ricerche esistono, si può aprire un dibattito che fino a quel momento era inesistente. C’è il detto che sostiente: bene o male, l’importante è che se ne parli.

La musica è emozione, suggestione, ricordo

Le nuove tendenze di marketing e comunicazione, si sviluppano sul concetto di esperienza che coinvolge i nostri sensi. Sensoriale, emozionale, esperienziale, neuromarketing. Questi sono i nuovi vocaboli che si affiancano al concetto di marketing moderno.
La musica aiuta, e non poco, a stimolare l’emozionalità delle persone, a creare un’esperienza memorabile, a favorire un ricordo pieno di connotazioni positive.

Quando la musica per ristoranti diventa parte di un progetto consapevole?

Invertiamo la domanda: che cosa succede quando la musica è lasciata al caso o alla scelta di persone sbagliate?
Per prima cosa viene penalizzato il servizio, l’idea di un prodotto, o peggio ancora l’intera immagine del brand. Talvolta crea ansia, disagio, incoerenza fra il nostro mondo interiore e “mondo” circostante. È una delle cause che contribuiscono a rompere un equilibrio, e quindi un ambiente favorevole e ottimale.

Un ristorante a lume di candela non può avere una diffusione di rock progressivo e neppure di musica techno

A parte alcuni contrasti volutamente forzati, studiati appunto perchè parte di un progetto iniziale, la musica deve trasmettere in primo luogo un concetto di coerenza.
In uno studio del prof. Rohrmann mi ha colpito molto il fatto che le persone non danno molta importanza alla qualità della musica diffusa. Spesso perché non ci prestano attenzione, e sul momento dell’intervista preferiscono rispondere in modo vago. Però la maggior parte sostiene che sicuramente un ristorante è migliore con la musica di sottofondo. Anche quando il volume supera la soglia ottimale di ascolto.

Sapete quando le persone spesso si accorgono della musica?

Quando ci sono degli sbalzi di volume, oppure cambi repentini di ritmo, oppure quando viene premuto il tasto stop e si interrompe all’improvviso. È come se qualcuno all’improvviso spengesse la luce. Ecco che tutti si accorgono che qualcosa di importante viene a mancare. Ecco che in molti casi la musica viene in aiuto per rompere un silenzio assordante.
Dedico molta attenzione ai volumi e a spiegare ai clienti i criteri con i quali si raggiunge un ascolto ottimale. In un ristorante lo si raggiunge più facilmente rispetto che in altri luoghi. Le conversazioni sono di volume moderato, i rumori di fondo sono bassi.

Il volume ottimale

Il volume ottimale è quando riusciamo a parlare con la persona al tavolo di fronte senza urlare, senza riuscire a sentire le conversazioni dei tavoli vicini e nello stesso tempo sentire chiaramente la musica diffusa e non un fastidioso brusio. Questo è il volume ottimale.

Naturalmente, più il ristorante è pieno e più la sommatoria dei “rumori di fondo” contribuirà a cambiare l’intensità del volume di ascolto.

Ci vuole attenzione, dedizione, passione

Quando il cibo è eccellente e il servizio in sala è impeccabile sono i dettagli che fanno la differenza. L’atmosfera che si ode e si respira. I particolari. Vale un intero servizio. È in gioco l’immagine del locale.
Oggi non siamo più abituati a concepire il silenzio. Sarebbe come rimanere al buio.
Marco Solforetti