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La musica deve accompagnare il vino oppure il vino deve accompagnare la musica?
Compito assai arduo è quello di accomunare l’esecuzione musicale perfetta ad un buon bicchiere di vino. In primis perché il vino abbinato a piatti differenti cambia sapore. Così come un brano di Miles Davis o di Mozart viene filtrato dal nostro sistema emozionale in modo differente, a seconda dell’ambiente, del nostro stato d’animo e di quello che stiamo mangiando o bevendo.
Da questa considerazione parte una riflessione importante: che cosa è il gusto? Come viene percepito?
A differenza degli altri organi di senso la lingua è un muscolo primitivo facile da ingannare. In un esperimento del 2001, il malizioso Frédéric Brochet, presso l’Università di Bordeaux, ha invitato 57 esperti di vino e ha chiesto di dare le loro impressioni su due bicchieri di vino, rosso e bianco. I vini erano in realtà lo stesso vino bianco, uno dei quali era stata colorato di rosso con un colorante alimentare. Questo trucco non ha impedito agli esperti di descrivere il vino “rosso” nel linguaggio tipicamente utilizzato per designare i vini rossi. Un esperto ha elogiato il suo “morbido e rotondo”, mentre un altro ha vissuto percezioni di “frutto rosso tritato.” Nessuno ha notato che era in realtà un vino bianco.
Come nota lo stesso Brochet:
“La nostra aspettativa sul vino sapore può essere molto più efficace per determinare il modo in cui degustare un vino rispetto all’effettiva qualità fisica del vino stesso”.
La realtà è che la maggior parte del gusto percepito è un odore. Infatti gli scienziati stimano che fino al 90 per cento di ciò che percepiamo come sapore è un odore inalato dal naso. A questa percentuale dobbiamo aggiungere la variabile visiva e quella uditiva.
Per esempio, quando mangiamo un pasto in un luogo di fantasia, pieno di Leggi tutto…