Smart Working: la scelta della musica corretta per favorire concentrazione e produttività

Ci sono ambienti lavorativi, come l’ufficio amministrazione, che sono tipicamente dominati da un rigoroso silenzio. Luoghi nei quali si entra in punta di piedi e si parla a voca bassa,

per evitare che un minimo suono possa provocare disturbo e distrazione, quindi inefficienza, improduttività, persino errori.

Anche un ufficio tecnico necessita di silenzio e concentrazione, perché un errore di progettazione può causare ritardi nella produzione.
Ci sono invece contesti lavorativi come quello delle vendite, del project management e del marketing, nei quali

l’assenza di rumori di fondo – il chiacchiericcio del lavoro di team, il brusio del confronto tra colleghi, le telefonate – verrebbe ritenuta un segnale di allarme, indice di mancanza della necessaria energia creativa.

Potremmo dire che nel primo caso la persona in ufficio è dominata dal pensiero logico, mentre nel secondo è immersa nel processo creativo o relazionale.

Cosa succede invece quando le stesse attività devono essere svolte da casa, in smart-working?

Che siano di natura logica o creativa, a casa tutte le attività si trovano immerse nella stessa nuvola di suoni, senza la possibilità di poterle controllare: rumori dall’esterno, traffico, animali domestici, figli che vogliono attenzione. Per non parlare delle distrazioni sensoriali che provengono dalla cucina e da tutto il resto della casa. Oppure dall’eccessivo silenzio.
Per molti di questi stimoli uditivi, il nostro cervello è programmato a reagire nell’immediato, a soffocarli o sedarli in qualche modo: un’attività cognitiva che distrae comunque, sottraendo risorse mentali a quelle destinate per portare a termine il nostro compito, report, progetto, mail o altro. A questo punto, a concentrazione allentata, sopraggiungono altre tentazioni: controllare un social, visitare il proprio sito di informazione preferito, in una spirale senza fine di progressivo allontanamento dal task primario.

La caverna

Ecco allora che nasce il forte desiderio di potersi chiudere ermeticamente dentro una caverna, uno spazio inaccessibile che ci isoli completamente dall’esterno, in un silenzio assoluto. Per poi accorgersi invece che anche il silenzio distrae.
Numerose ricerche scientifiche dimostrano che anche il silenzio prolungato innesca stati emotivi negativi, come ad esempio l’ansia, dovuta alla sensazione di non avere il controllo di quanto sta succedendo all’esterno.

Quindi quale può essere la soluzione per poter lavorare da casa mantenendo concentrazione ed efficacia?

Intanto, mettiamoci l’animo in pace perché non sarà possibile ricreare l’ambiente dell’ufficio. Questo aspetto tuttavia non deve essere visto come riduttivo: tutt’altro. Infatti, da casa e con l’uso di comode cuffie o semplicemente con gli speakers adeguati, sarà possibile creare un’immersione sonora, composta di suoni e musica accuratamente selezionata, con il fine di stimolare la concentrazione, allontanando l’ansia e lo stress, in un modo difficilmente realizzabile in un ufficio.
Possiamo scoprire quanto la musica può assecondare e potenziare il flusso dei nostri pensieri, siano essi di natura logica o creativa. Possiamo scoprire anche il nostro modo, unico e personale, in cui la musica può accompagnarci durante le varie fasi della giornata, innescando un’energia mai raggiungibile in un ufficio dominato dai continui compromessi, come ad esempio la convivenza con i ritmi e le diverse abitudini dei colleghi.

La musica è perfetta quando non ti accorgi che c’è

La musica di sottofondo, in questo ambito, deve essere tale da non impegnare il pensiero nell’ascolto. Come diciamo spesso ai nostri clienti:

la musica è perfetta se non ti accorgi che c’è… fino a quando non viene spenta.

Se solo in quel momento la persona si rende conto della musica, vuol dire che è stata efficace nell’assolvere il proprio ruolo, quello cioè di far immergere nell’attività che si stava svolgendo fino ad un attimo prima.

La scelta della musica corretta per favorire concentrazione e produttività dipende da molti parametri

Alcuni sono di immediata comprensione, come per esempio l’escludere brani di musica nota, la cui presenza ricondurrebbe a momenti e luoghi diversi dal “qui ed ora”. Altri criteri di natura più tecnica possono essere legati alle frequenze, alla tonalità della musica stessa e a molti altri aspetti specifici.
La presenza degli attributi musicali corretti può dunque assicurare, oltre ad un maggiore isolamento dai suoni esterni, anche l’aumento della concentrazione e dell’energia nello svolgere le attività lavorative.

Non si deve però cadere nella tentazione di ritenere che la stessa musica abbia lo stesso effetto su tutte le persone e su tutte le attività

Se negli spazi condivisi queste differenze possono e devono essere il più possibile normalizzate, durante l’attività svolta nel proprio spazio l’ascolto può e deve essere personalizzato e sartoriale.
C’è infatti moltissimo spazio per aumentare l’efficacia personalizzando la musica di sottofondo in base ai caratteristiche diverse, come il background ed i gusti della persona, la natura ed i tempi dell’attività da svolgere, le fasi della giornata (mettersi al lavoro dopo il risveglio è diverso da dal pomeriggio, dalla sera o dalle ore notturne), e così via.

Individuare la musica perfetta per sé stessi è un lavoro che richiede tempo, metodo ed una certa dose di introspezione

Affidarsi ai professionisti capaci di individuare la giusta musica per un certo tipo di attività e momento della giornata, permette di accelerare ed ottimizzare questo processo. Inoltre, risolve il problema ricorrente per molti, secondo il quale non appena si è trovata la playlist giusta probabilmente è già arrivato il momento di cambiarla, per evitare l’effetto noia dovuto ad un eccessivo numero di ripetizioni di ascolto degli stessi brani.
Questa è la nostra interpretazione che riguarda la massima concentrazione: FOCUS
Non rimane che ascoltarla e provarne gli effetti.

 
Marco Solforetti
Founder & Sound Director
      Tailor Music