Pochi sono a conoscenza che un uso sbagliato della musica causa una percezione negativa di un ambiente e di un servizio
Dopo anni di studi, ricerche e conferme sul sound design e la musica d’ambiente, siamo ancora a parlare di come, quando e quanto, l’utilizzo dei suoni possa alterare la percezione di un determinato ambiente, modificandola.
La musica non è più un complemento d’arredo
Se la musica non è più solamente di sottofondo, non è più solo complemento di arredo peculiare della Muzak, diventa necessariamente utile conoscere informazioni utili sull’ uso consapevole dei suoni. Non solo per avere un vantaggio, un valore aggiunto, ma anche, e soprattutto, per non influenzare negativamente il proprio servizio, il proprio prodotto. Per non indebolire la propria immagine con stimoli emozionali che non trasmettono coerenza.
E quindi negativi.
Ogni ambiente necessita di sonorità differenti che differiscono per ritmo e stile
Da questo presupposto si deve partire il sound design, il processo che garantisce la corretta e consapevole diffusione di musica. Oggi, più che mai, la musica diventa parte integrante del processo di vendita e dei servizi connessi. Un processo di vendita inteso nel concetto più ampio di un servizio, di un prodotto, ancor di più della propria immagine.
Talvolta ospiti e clienti non tornano anche a causa della musica: crea ansia e disagio
Se da un lato la musica d’ambiente sta assumendo un ruolo attivo rompendo il silenzio nella quotidianità degli esercizi pubblici, commerciali e ricettivi, dall’ altro sta subendo un’azione prepotente dalle nuove forme di ascolto, che continuamente, propongono playlist e palinsesti discutibili, in luoghi, momenti e volumi d’ascolto discutibili.
Di playlist in giro ce ne sono migliaia
Se da una parte, piattaforme come Spotify, Deezer, Apple Music e le radio dedicate di iTunes hanno svegliato oblii…da un’altra hanno creato alibi preoccupanti, alimentati dalla convinzione che, se in una playlist offerta c’è scritto ” relax”, di musica rilassante si tratti! Oppure, se una playlist grida classic jazz….di questo stiamo parlando.
Il sound design è un processo articolato e complesso
Succede che qualcuno è convinto di comprare un Rolex e invece ignaro prende una patacca. Oppure uno zircone al posto di un diamante. Così accade anche con la musica. Molte playlist titolano il contenuto taggandolo con la moda del momento, tanto poi chi verifica la coerenza di tale insieme di brani?
Compito del sound design è proprio quello di creare un abito su misura per ogni momento, contesto, ambiente, circostanza. Solo in questo modo la musica diffusa risulterà corrispondente con i valori che si vogliono trasmettere. Il messaggio risulterà coerente, pronto a trasmettere emozioni e ricordi, adatto a rafforzare l’immagine del brand e favorevole a esaltare il servizio offerto.
Marco Solforetti
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